Il Peginterferone alfa-2a aumenta la risposta sostenuta nei pazienti con epatite B cronica negativa per HBeAg


Gli attuali trattamenti  per l’epatite B cronica negativa per l’antigene e dell’epatite B  ( HbeAg ) sono in grado di fornire risposta sostenuta solo in una piccola percentuale di pazienti.
  Uno studio multicentrico ha valutato l’efficacia e la sicurezza del Peginterferone alfa-2a ( Pegasys ) e della Lamivudina.
  I pazienti con epatite B cronica negativa per HbeAg sono stati assegnati a 3 gruppi di trattamento :  a) 180microg ogni settimana di PegInterferone alfa-2a per via iniettiva  più placebo; b) 100 mg/die di Lamivudina per os; c) PegInterferone alfa-2a più Lamivudina.
  I pazienti sono stati trattati per 48 settimane, e sono stati seguiti per altre 24 settimane.
  Dopo 24 settimane di follow-up, la percentuale di pazienti con normalizzazione dei livelli di alanina aminotransferasi ( ALT ) o dei livelli di DNA del virus dell’epatite B ( HBV ) al di sotto di 20.000copie/ml è risultata significativamente superiore dopo trattamento con PegInterferone alfa-2a ( 59% e 43%, rispettivamente ) e dopo trattamento combinato con PegInterferone alfa-2a  più Lamivudina ( 60% e 44% ) che non dopo monoterapia con Lamivudina ( 44%, p = 0.004 e p = 0.003, rispettivamente; e 29%, p = 0.007 e p = 0.003, rispettivamente ).
  La percentuale di soppressione sostenuta del DNA dell’HBV al di sotto delle 400copie/ml è risultata pari al 19% con il PegInterferone alfa-2a, al 20% con terapia combinata e al 7% con la  Lamivudina ( p < 0.001, per entrambi i confronti con la sola Lamivudina ).
  La scomparsa dell’antigene di superficie dell’epatite B è avvenuta in 12 pazienti trattati con PegInterferone contro nessun paziente trattato con la sola Lamivudina.
  Reazioni avverse, compresi piressia, fatica, mialgia e cefalea, si sono manifestate con minor frequenza nel gruppo trattato in monoterapia con Lamivudina  che non nei gruppi con PegInterferone, sia in monoterapia che in terapia combinata.
  Questo studio ha dimostrato che il PegInterferone alfa-2a è più efficace della Lamivudina nel garantire una risposta sostenuta  nei pazienti con epatite B cronica negativa per HbeAg, che si mantiene per 24 settimane dopo l’interruzione della terapia.
L’aggiunta di Lamivudina al PegInterferone alfa-2a non ha migliorato la percentuale di risposta post-terapia. ( Xagena2004 )
  Marcellin P et al, N Engl J Med 2004 ; 351 : 1206-1217
   Inf2004 Gastro2004 Farma2004


Indietro

Altri articoli


Precedenti studi hanno riportato alti tassi di risposta con la terapia con Interferone-alfa ( rIFN-alfa ) ricombinante in pazienti con...


Nilotinib ( Tasigna ) è ora raccomandato per i pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide cronica in fase cronica...


La terapia a base di Interferone ( IFN ) nei soggetti con infezione cronica da virus dell'epatite C ( HCV...


Gli inibitori della proteasi hanno migliorato il trattamento della infezione da virus dell’epatite C ( HCV ), ma il dosaggio,...


L’analogo nucleotidico Sofosbuvir è un inibitore selettivo della polimerasi NS5B del virus della epatite C ( HCV ).Uno studio ha...


Dopo trapianto di fegato si ripresenta, in quasi la totalità dei casi, recidiva di infezione da virus della epatite C...


Quella a base di Imatinib ( 400 mg al giorno; Glivec ) è considerata la migliore terapia iniziale per i...


Nel carcinoma a cellule renali metastatico, le combinazioni di Interferone alfa-2a, Interleuchina-2 e Fluorouracile producono tassi di risposta più alti...


Lo studio di fase III AVOREN su Bevacizumab ( Avastin ) in combinazione con Interferone alfa-2a ( Roferon-A ) ha...